Materie prime

Materie prime selezionate con cura sia per le collezioni invernali (cashmere, alpaca, ecc.) che per quelle estive (seta, lino, ecc.), ma soprattutto una capacità unica di mescolarle con sapienza per ottenere il massimo da ciascuna di esse, nel rispetto degli standard produttivi. Una storia di successo nel reimpiego delle fibre rigenererate (a partire dalla lana), ma anche un impiego intelligente delle fibre artificiali rinnovabili (Viscosa FSC)

Lana

Sostenibile, biodegradabile e rinnovabile al 100%, calda d’inverno e fresca d’estate

Lana vergine

La lana è una fibra naturale che si ottiene principalmente dal vello delle pecore e da alcuni tipi di capra. Confortevole, morbida, versatile e durevole, la lana è oggi una delle fibre di origine animale più apprezzate e amate al mondo. Tra i paesi produttori di lana di alta qualità spiccano la Nuova Zelanda e l’Australia, paesi di provenienza di tutta la lana vergine usata a Prato.

Lana rigenerata o meccanica

Dal riciclaggio degli indumenti o degli scarti di lavorazione della lana vergine si ottiene la lana rigenerata (o lana meccanica). Il ciclo del rigenerato è parte della tradizione tessile pratese ed è incentrato sulla classificazione dei materiali da rigenerare per tipologia, composizione, finezza delle fibre e colore. Grazie alla sapienza di chi compie queste lavorazioni da decenni e alla straordinaria durevolezza della della lana, le fibre riacquisiscono la loro bellezza originale in un contesto di economia circolare.

Cashmere

Più fine e sottile della lana per una delicatezza incomparabile

Delicata al tatto, setosa, vellutata e brillante, il cashmere è oggi una delle fibre più pregiate e nobili esistenti al mondo. Viene ricavata alla fine della primavera dal vello delle capre hircus laniger, comunemente chiamate ‘capre kashmir’. Si tratta di capre a pelo lungo e a doppio manto

che prosperano anche in condizioni ambientali avverse: nei deserti e nelle zone aride di montagna. Il cashmere più bello e più pregiato al mondo, si distingue per l’elevata finezza delle fibre, la loro lunghezza e la loro uniformità, e proviene dagli altopiani della Mongolia Interna cinese.

Altre fibre di origine animale

Cammello: una fibra tessile che deriva dal vello del camelus bactrianus, un mammifero diffuso principalmente nell’Asia centrale. La fibra di cammello presenta particolari caratteristiche termiche che la rendono adatta per essere utilizzata nella produzione di filati e tessuti.

Alpaca: la lana di Alpaca deriva dall’omonimo camelide diffuso principalmente in Sudamerica, è molto calda e anallergica ed è rinomata per la sua leggerezza e la sua setosità.

Angora: la lana di Angora è una fibra particolarmente pregiata che si ottiene dalla lavorazione del pelo del coniglio di angora e viene utilizzata pura o in mista con altre fibre per la produzione di tessuti a maglia di alta qualità. Viene prodotta principalmente in Cina, Cile ed Argentina.

Vigogna: la Vigogna è un camelide che vive sulle Ande sugli altopiani di Argentina, Bolivia, Cile e Perù. Più sottile del cashmere, la fibra di Vigogna è una delle più preziose al mondo. Si tratta di una lana molto soffice e setosa, resistente e calda che veniva utilizzata dagli antichi Inca per tessere le vesti del re.

Yack: la fibra di Yack deriva dalla pelliccia dell’omonimo bovide che vive sulle montagne del Tibet, del Pamir e sulle pendici Himalayane, è molto simile al Cashmere e viene spesso utilizzata in alternativa alla lana.

Seta

Da sempre considerata simbolo di nobiltà, ricchezza, esclusività e lusso

Unica fibra frutto di un incrocio fra il mondo animale e quello vegetale, la seta è stata scoperta in Cina e per molto tempo è rimasta un privilegio che solo gli antichi imperatori cinesi, i sacerdoti e pochi nobili potevano permettersi. Fu solo a partire dal primo secolo avanti Cristo che la Cina iniziò ad esportare le proprie sete preziose verso l’occidente attraverso la “Via della Seta”.

La seta è anche l’unica fibra naturale ad essere prodotta con un filo continuo lungo dai 300 ai 1.200 metri che si ricava dal bozzolo del baco da seta, il Bombyx Mori, un animale che per vivere e svilupparsi si nutre di foglie di gelso.

Al tatto la fibra appare morbida, fluida e flessibile; alla luce riflette in un modo inimitabile e diffonde eleganza e femminilità. 

Lino

La fibra tessile più antica al mondo.

Storicamente legato all’Antico Egitto, dove veniva usato come benda per il rivestimento delle mummie, il lino viene oggi prodotto principalmente nell’Europa Centrale. La fibra del lino si ottiene da una pianta dicotiledone della famiglia delle linacee, oggi conosciuta come Linum Usitatissium ed è amatissima per la sua resistenza, le sue capacità di termoregolazione e l’alto livello di traspirazione.

Inoltre, il lino è anallergico e battericida, ecologico e naturale, quindi altamente sostenibile. Fibre corte, fibre lunghe, paglie e semi, ogni singola parte della pianta viene utilizzata per la realizzazione di prodotti differenti: dai tessuti per abbigliamento, ai tessuti per arredamento, dalla carta, agli alimenti e alle vernici.

Cotone

Nobile fibra vegetale, morbida e traspirante: un tesoro offerto dalla natura

Il cotone è una fibra vegetale, relativamente economica, morbida e piacevole da indossare, ha alte capacità assorbenti ed è capace di trattenere il calore e resistere ad alte temperature. Le fibre del cotone si ottengono dalla peluria che ricopre i semi di un arbusto originario dell’India che cresce nei paesi caldi, il Gossypium.

La lavorazione delle fibre ha origini molto antiche, si presume risalga a più di 7.000 anni fa, ma il cotone ha fatto il suo ingresso in Europa solo nel XIV secolo, grazie alla “Compagnie Française des Indes” che commerciava dall’India tessuti di cotone dipinti (allora stampati) che suscitavano grande interesse.

Altre fibre di Natura vegetale

Altre fibre vegetali naturali sono canapa, jutae e ramiè, queste appartengono alle così dette fibre liberiane o corticali perchè vengono ricavate dal «libro» delle piante di cotiledoni cioè a dire nella zona della pianta che si trova tra la corteccia esterna e la parte centrale legnosa dello stelo.

Canapa: fibra proveniente dalla corteccia della Cannabis Sativa. Presenta una notevole resistenza, una buona assorbenza e poca elasticità. Assomiglia al lino, rispetto al quale è però più rigida, ruvida ed ecologica.

Juta: biodegradabile e riciclabile al 100%, la fibra di Juta è composta prevalentemente da materiali vegetali derivati da cellulosa e lignina, ha una elevata resistenza alla trazione e garantisce una buona traspirabilità.

Ramié: molto simile al lino e alla seta per le sue caratteristiche. La fibra di ramie’ viene estratta dal fusto di due tipi di piante: la Boehmeria Nivea e la Boehmeria Tenacissima ed è una fibra molto lunga, elastica e dotata di una buona resistenza alla torsione.

Fibre chimiche

Il frutto dell’innovazione tecnologica

L’evoluzione delle fibre tessili, da quelle naturali, alle artificiali, per approdare a quelle sintetiche è stata dettata dalla crescente necessità di soddisfare le mutevoli richieste del mercato in termini di comfort, moda ed economicità del prodotto tessile, ricercando nelle fibre chimiche alcune caratteristiche peculiari e specifiche per migliorare o semplicemente completare le caratteristiche delle fibre naturali.

Le fibre chimiche possono essere artificiali o sintetiche e sono ottenute estrudendo un polimero reso liquido mediante l’azione di solventi o per fusione, attraverso una piastra di metalli nobili, finemente forata, e denominata “filiera”. L’utilizzo delle fibre chimiche da sole o in mista con le fibre naturali, ha consentito di raggiungere gli alti livelli di qualità e performance nella confezione di manufatti tessili tali da soddisfare le più sofisticate e specifiche esigenze di comfort di tutti i capi di abbigliamento, sportivo, casual e classico.

L’evoluzione delle fibre tessili, da quelle naturali, alle artificiali, per approdare a quelle sintetiche è stata dettata dalla crescente necessità di soddisfare le mutevoli richieste del mercato in termini di comfort, moda ed economicità del prodotto tessile, ricercando nelle fibre chimiche alcune caratteristiche peculiari e specifiche per migliorare o semplicemente completare le caratteristiche delle fibre naturali.

Le fibre chimiche possono essere artificiali o sintetiche e sono ottenute estrudendo un polimero reso liquido mediante l’azione di solventi o per fusione, attraverso una piastra di metalli nobili, finemente forata, e denominata “filiera”. L’utilizzo delle fibre chimiche da sole o in mista con le fibre naturali, ha consentito di raggiungere gli alti livelli di qualità e performance nella confezione di manufatti tessili tali da soddisfare le più sofisticate e specifiche esigenze di comfort di tutti i capi di abbigliamento, sportivo, casual e classico.

Le fibre chimiche artificiali sono realizzate con prodotti naturali attraverso processi di rigenerazione delle materie prime o processi di modificazione delle sostanze di base. Ottenuta per sintesi nel 1884 da Chardonnett, la viscosa (anche chiamata ‘seta artificiale’) oltre ad essere la prima fibra chimica artificiale della storia, rientra tra le fibre artificiali più conosciute al mondo. Si tratta di una fibra cellulosica e resistente oggi molto utilizzata nei capi d’abbigliamento per la sua versatilità e il suo confort. Un’altra fibra molto conosciuta è l’acetato, di mano morbida e delicata, dai colori vivi e brillanti, ha buone doti di traspirabilità e scarsa tendenza all’usura, viene molto utilizzato negli abiti sportivi.

Le fibre chimiche sintetiche sono realizzate con sostanze ottenute da sintesi chimica, quindi, artificialmente. La prima fibra tessile sintetica al mondo è stata il Nylon®, ottenuto per sintesi dalla Du Pont nel 1938. Tra le fibre sintetiche più comuni vi sono le fibre poliammidiche leggere e resistenti utilizzate nella produzione di vestiario e tessuti per arredamento, le fibre acriliche con caratteristiche lanose lanciate sul mercato negli anni ‘50 e i poliesteri, fibre sintetiche molto sottili ed elastiche, rinomate per la loro ingualcibilità.