La filiera

Artigianalità ma anche innovazione, manifatture industriali ma anche imprenditorialità diffusa, scuole tecniche e università all’avanguardia, ma anche conoscenze tramandate da generazioni: da questa felice e unica combinazione formatasi nel corso dei secoli, sono nati un distretto ed una filiera tessile che sono un punto di riferimento affidabile ed efficiente per chi fa moda e abbigliamento in tutto il mondo.

Prato

Il più grande centro tessile d’Europa

Ricerca estetica, creatività e tecnica caratterizzano il distretto tessile di Prato sin dalla fine del XIX secolo ma la specializzazione dei pratesi nella produzione dei tessuti ha radici ancora più antiche, infatti, già dall’XI secolo, Prato è protagonista nella produzione di panni di lana. Il vero boom si colloca però negli anni ’70 quando, oltre ai tradizionali tessuti cardati di lana, si inizia a produrre e lavorare tessuti di cotone, viscosa, lino e seta.

Ancora oggi, dopo oltre due secoli, il distretto tessile pratese è il più importante a livello Europeo e uno dei poli più influenti a livello mondiale per la produzione di tessuti e filati di alta qualità per il mondo della moda e il confezionamento di abiti Made in Italy.
 Per raccontare al mondo questa storia e condividere la cultura del distretto pratese, è nato nel 1975 il Museo del Tessuto, un grande centro culturale dedicato alla memoria e alla valorizzazione delle produzioni tessili pratesi, antiche e contemporanee.

Artigianalità del lavoro

A partire dagli anni ’70, Prato è riuscita a sfruttare le conoscenze artigianali sedimentate nei secoli all’interno di un ambiente sociale e culturale estremamente dinamico, senza mai trascurare le proprie caratteristiche chiave: l’unicità, la cura per il dettaglio, la manualità e l’amore verso il prodotto che nasce.

Dalla fusione di questi elementi con le competenze tecniche degli artigiani, il patrimonio di impianti storicamente accumulato e la capacità di proporre creatività continua nascono dei tessuti esteticamente e strutturalmente unici, realizzati con fibre nobili di alta qualità.

Alta specializzazione

Il successo del distretto tessile di Prato è dovuto anche alla particolare forma organizzativa della produzione che è il distretto industriale. Il tratto caratteristico di questi distretti è l’elevata divisione e l’alta specializzazione del lavoro tra tante piccole imprese. Questo modello organizzativo ha consentito e consente di coniugare efficienza/scala e flessibilità produttiva/creatività diffusa: ingredienti fondamentali per competere con successo nelle produzioni moda.

L’approccio utilizzato è dunque quello che punta all’efficienza operativa in cui più co-maker collaborano tra loro per la realizzazione di tessuti esclusivi, di qualità e di alto valore mantenendo sempre una grande velocità nei tempi di risposta al mercato.

1.863

Numero Imprese del Distretto Tessile (40% delle imprese totali del territorio pratese)

2.555

Numero Unità Locali del Distretto Tessile

15.104

Addetti nelle Imprese Tessili del Distretto Pratese (81% delle imprese manifatturiere totali di Prato)

Innovazione e nobilitazione tessile

Il territorio pratese è da sempre un territorio dinamico, naturalmente orientato alla ricerca e all’innovazione. Dai prodotti, ai processi e all’organizzazione dei fattori produttivi, Prato ha sempre guardato all’innovazione con spunti propositivi soprattutto per ciò che riguarda le fasi conclusive della produzione dei tessuti, la c.d. “nobilitazione”.

Per nobilitazione tessile si intendono tutte le operazioni effettuate sui tessuti grezzi da particolari aziende di fase, chiamate appunto nobilitazioni o rifinizioni, per migliorarne le caratteristiche estetiche (colore, tatto, trama, etc) o chimico-meccaniche (irrestringibilità, ingualcibilità, non infiammabilità, etc.)

dei tessuti, o ancora conferire ad essi particolari proprietà (anti-macchia, anti-batterici, ecc.) al fine di renderli più gradevoli all’aspetto e più rispondenti alle esigenze del mercato.

Nel distretto pratese sono presenti decine di aziende specializzate nella nobilitazione, che con la loro esperienza e con la loro attenzione alle novità tecnologiche, fanno sì che il tessuto proveniente da Prato sia sempre alle origini della moda e nello stesso tempo pienamente conforme alle normative ecotossicologiche vigenti e ai parametri, ancor più stringenti, richiesti dall’industria dell’abbigliamento internazionale.

Innovazione e industria 4.0

In aggiunta, grazie alle nuove possibilità offerte dall’epoca contemporanea e dalle tecnologie dell’industria 4.0 (la connessione dei macchinari, la digitalizzazione dei processi, l’integrazione della filiera con sistemi dedicati e la commercializzazione virtuale) oggi, in tutte le eccellenze del settore, è in corso una grande transizione digitale.

Il mix tecnologico di automazione, informazione, connessione e programmazione che ha portato al cambiamento dei paradigmi tecnologici e culturali di tutto il distretto, come vediamo dai dati sotto riportati, non si arresta e gli investimenti in ricerca, innovazione e nuove competenze continuano ad aumentare.

Economia circolare

Un altro dei punti forti della filiera tessile pratese è la rigenerazione delle fibre tessili (lana e cashmere in primis). I prodotti dell’abbigliamento possono infatti essere realizzati anche con fibre rigenerate (meccaniche), ossia ottenute a partire da indumenti, nuovi o usati, ritagli di tessuti a maglia e tessuti a navetta, o anche scarti delle lavorazioni di filatura o tessitura. La rigenerazione, il riciclo e il riuso sono nel DNA della realtà produttiva pratese.

È infatti da metà dell’Ottocento che Prato ricicla “stracci” da tutto il mondo, al punto da essere considerata oggi la capitale mondiale della trasformazione di materiali tessili post-consumo: sono centinaia le aziende pratesi impegnate nelle diverse fasi di lavorazione propedeutiche alla reintroduzione delle fibre nel ciclo cardato (raccolta, cernita, sfilacciatura, lavaggio, miscelatura) e nel distretto si ricicla attualmente più del 15% del tessuto riciclato a livello globale.